Banca Tercas, indagati i nuovi padroni

BARI – Non c’è pace per la Banca Tercas. Dopo il ciclone giudiziario che ha sconvolto l’assetto dirigenziale dell’Istituto di credito teramano con l’arresto del direttore generale Antonio Di Matteo, il commissaria mento di Bankitalia, adesso un’altra indagine giudiziaria vede interessata la Banca Popolare di Bari, cioè il nuovo proprietario della banca. Arrivano infatti dalla Procura di Bari gli avvisi di garanzia nei confronti del presidente dell’Istituto ed amministratore delegato, Marco Jacobini, l’ex presidente, Fulvio Saroli, e il direttore generale Pasquale Lorusso. Ma Popolare di Bari non è l’unica banca coinvolta nell’indagine, in cui sono finite anche Unicredit, Bnl e Monte dei Paschi di Siena, per un totale di 62 persone iscritte nel registro degli indagati e raggiunte dall’avviso di conclusione delle indagini. Le accuse sonO di usura bancaria continuata ed aggravata ai danni di alcuni clienti-imprenditori del barese. Tra gli indagati ci sono nomi di alto profilo come quello del presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, in qualità di ex capo della Vigilanza di Bankitalia, e il ministro dell’Economia del governo Letta, Fabrizio Saccomanni, ex dg di Bankitalia.

Usura su finanziamenti concessi. Il reato di usura che sarebbe stato commesso in relazione a finanziamenti concessi, prevalentemente, sotto forma di anticipazioni su conto corrente. Secondo il pm inquirente, Michele Ruggiero, il reato di usura è stato compiuto dagli organismi di governance e di controllo delle banche con il concorso morale degli ex-vertici di Bankitalia e dal capo della quinta direzione del dipartimento del Tesoro, Giuseppe Maresca. Questi ultimi – secondo l’accusa – contravvenendo alle disposizioni della legge sull’usura, prescrivevano alle banche di calcolare (attraverso una particolare formula algoritmica) gli oneri dei finanziamenti concessi in rapporto al credito "accordato", anziché (come richiesto dalla legge) a quello effettivamente "erogato/utilizzato" dal cliente, così precostituendo le condizioni per una elaborazione (e successiva segnalazione a Bankitalia) da parte della banche di tassi effettivi globali (cosiddetti Teg) falsati, poiché più bassi di quelli effettivamente praticati. Di conseguenza – secondo le indagini della Guardia di Finanza – gli interessi /remunerazioni applicati dalla banche alla clientela per determinate categorie di finanziamenti (in forma di anticipazioni su conto corrente) risultavano sempre entro i limiti dei ‘tassi soglia’, pur essendo in concreto ad essi superiori e, come tali, usurari.